Un blog di cinema...

ce n'era davvero bisogno?
Credo che il 99% dei film non siano "brutti" o "belli" in assoluto, e che talvolta anche un singolo elemento ben riuscito possa salvare un'intera opera, basta sapere dove guardare.
Credo anche che la vita di un uomo sia mediamente troppo corta per permettersi di sprecare tempo decidendo quale film vedere, con il rischio poi di aver fatto la scelta sbagliata. Questo spazio nasce con l'intento di fornire qualche indicazione a quanti non vogliono accontentarsi di giudicare un film dalla "trama" o dalla star che recita (senza nessun pregiudizio verso le trame ben scritte e gli attori di livello). Poche righe per sintetizzare gli aspetti che valgono delle pellicole che ho visto, lasciando a wikipedia (cliccando su registi e attori) e a youtube (cliccando sui titoli) l'onere di fornirvi tutte le informazioni supplementari. Per facilitare la consultazione ho creato degli indici apposti, inserendo in Prima Fila i film consigliati, in Peggio del Peggio quelli da evitare e suddividendo le opere per aree tematiche piuttosto che di genere: Film Blu per thriller, noir, poliziesco, azione ecc, Film Bianco per le commedie e i film più "leggeri", Film Rosso per quelli drammatici e affini (ma una singola opera può essere segnalata in più categorie proprio perchè le suddivisioni per genere risultano spesso troppo rigide) e Film Oro per i grandi classici. Infine una sezione più "critica" (Oltre lo schermo) per chi vuole approfondire determinati argomenti. Buona visione.

domenica 21 luglio 2013

Django

C'era una volta lo spaghetti-western

Django (1966)
di Sergio Corbucci
western



Si capisce sin dai primi minuti perché questa pellicola, tra i capostipiti dello spaghetti-western, abbia tanto affascinato Quentin Tarantino: sangue, pallottole, morti truculente, montagne di cadaveri, personaggi dalla lingua sciolta e la pistola veloce. Il protagonista è Django (il miglior Franco Nero), eroe misterioso e solitario che si trascina una bara attraverso il fango di mezza America, parla poco e nasconde lo sguardo sotto il cappello. Salva una donna, si trova un nemico e con esso un tesoro prima di impantanarsi in un finale a metà tra il drammatico e il comico. Un film il cui valore va oltre la trama e la tecnica, ma va ricercato più che altro negli aspetti di novità (e modernità) che ha saputo dare ad un genere, il western classico, vecchio quanto il cinema stesso. Da evitare, in attesa che Tarantino sforni il suo omaggio al genere (Django Unchained), i numerosi sequel "tarocchi" che hanno fatto leva sul successo di questo film utilizzando nei titoli il nome del suo protagonista.

Alto: Epocale scena d'apertura
Basso: Finale rivedibile

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